A closed and common orbit. L'orbita ordinaria by Becky Chambers

A closed and common orbit. L'orbita ordinaria by Becky Chambers

autore:Becky Chambers
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788834740132
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2019-12-16T23:00:00+00:00


34

Jane, quasi 12 anni

Il portellone dello shuttle si spalancò e Jane entrò trascinandosi dietro il carrello scricchiolante.

«Oggi ho trovato roba interessante.»

Tolse la polvere dalle scarpe che aveva costruito con un po’ di gomma spessa presa dal rivestimento di uno pneumatico, rivestita di gommapiuma e parecchia stoffa ritagliata da una vecchia tuta exo. Si sfilò la giacca ricavata da altra stoffa (questa l’aveva presa da un sedile inguardabile) e la lasciò accanto alla porta insieme alle scarpe.

«Guarda.» Le telecamere di Owl ronzarono verso di lei, mentre tirava fuori dal carrello oggetto dopo oggetto. «Un accoppiatore, della stoffa…»

«Come si dice ‘stoffa’ in klip?» la interrogò Owl.

«Delet.»

«Benissimo. E cosa c’è dietro la stoffa?»

Jane adocchiò il cane morto appeso sul retro del carrello. «Bashorel.»

«Riesci a comporre una frase in klip con quella parola?»

Jane rifletté. «Laeken pa bashorel toh.»

«Quasi. Lae-ket kal bashorel toh.»

«Laeket pa bashorel toh. Perché?»

«Perché ancora non hai mangiato il cane. Lo mangerai.»

Già da un po’, i cani si erano aggiunti ai funghi nella lista delle cose da mangiare. Era stata un’idea di Owl. Scuoiarli e farli a pezzi faceva schifo, ma non più del dover grattare via residui appiccicosi di carburante da un motore. Lo schifo era sempre lo stesso, che si trattasse di animali o macchine.

Jane alzò gli occhi al cielo a quella correzione. «È una regola stupida.»

Owl scoppiò a ridere. «Le lingue sono fatte di regole stupide. Senza contare che il klip è una delle più semplici. Molti sapient la ritengono più facile dello sko-ensk.»

«Puoi dire qualcosa in ensk standard?»

Jane glielo aveva chiesto mille volte, ma ascoltare Owl parlare lingue diverse era troppo divertente.

«I ku perl anat, no tuh che perl ensk.»

Jane rise. «Che strano.»

Iniziò a riporre il bottino, dividendolo in scatole a seconda del loro contenuto. Owl le aveva suggerito di etichettare le casse in klip. Boli. ‘Cavi’. Goiganund. ‘Circuiti’. Timdrak. ‘Piastre’. Le sue lettere non erano ancora precise come quelle che Owl le mostrava sullo schermo, ma stava migliorando. Anche Alain e Manjiri la aiutavano. Avevano giocato in modalità apprendimento, e così poteva lavorare su ciò che avrebbe dovuto imparare a scuola. Le piaceva imparare con gli altri bambini, anche se per finta e se loro dopo un po’ diventavano ripetitivi. Owl sosteneva l’importanza di imparare a parlare con gli altri e che forse era la cosa più importante, dopo riparare la nave.

Jane infilò la stoffa nella scatola delet.

«Ci sono altre specie che parlano sko-ensk?»

«Credo sia piuttosto raro. Forse qualcuno a scuola o nei musei. Probabilmente gli abitanti dello spazio di confine, ma non ne sono sicura.»

Jane gettò un bullone su una pila e lo osservò rotolare giù.

«La gente penserà che sono strana se non parlo bene klip?»

«No, tesoro. Però sarà tutto più semplice se lo conoscerai meglio quando saremo lontane da qui. Potrai dire alle persone cosa vuoi e cosa non vuoi, e rispondere alle domande. Ti farai nuovi amici parlando con loro.»

Jane trascinò il carro vicino alla lavanderia e mise il cane nel lavandino, voltandosi per evitare di sentire il più possibile il puzzo della sua pelliccia.



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